A bocce ferme, con un campionato che è terminato prima del previsto, la Paganese sta cercando di riordinare le idee e di guardare con fiducia al prossimo futuro.
Si è capito, dall’intervista al patron Nicola Cardillo rilasciata a questa testata, che ci sono parecchie cose da sistemare in ottica societaria soprattutto in vista del centenario previsto per il prossimo anno.
Questione debitoria
Probabilmente siamo alla stretta finale per quello che riguarda l’accordo con il fisco per la sistemazione del sospeso, i responsabili della società avrebbero già tutto pronto per definire una volta per sempre l’aspetto puramente contabile. Si chiami ”saldo e stralcio” o definizione di concordato, poco importa. Quello che è certo è che la nuova società – una volta sanato il sospeso, sia pure a scadenza – potrà operare e fissare il programma più congeniale per gli obiettivi che vuole raggiungere.
Questione programmazione
È chiaro che gran parte della programmazione futura della società parte dalla definizione dall’accordo sulla situazione debitoria che tiene tutti sulle spine, Cardillo per primo. Da quello che si è intuito, subito dopo (ma non è detto che non ci possa essere contemporaneità) ci saranno cambiamenti che investiranno soprattutto la guida tecnica con riferimento preciso ad allenatore e direttore sportivo. Il che significherebbe – fermo restando la dichiarata soddisfazione per il buon comportamento complessivo del decorso campionato – che si intende procedere con l’allestimento di una squadra in grado di poter competere con le migliori squadre del girone di appartenenza in vista dell’appuntamento con i cento anni di storia (1926-2026).
La nuova squadra
Nomi in giro non se ne fanno ed è anche giusto che si viaggi al coperto per evitare inserimenti indesiderati. Ma appare certo che Guglielmo Accardi e Raffaele Esposito siano già lontani dal nuovo progetto di squadra. Sarebbe auspicabile che, con l’avallo del nuovo nocchiere, la società pensasse di assicurarsi i pezzi pregiati di quest’anno. È anche naturale che la nuova squadra debba nascere, in chiave tecnica, da un’intesa tra direttore sportivo e allenatore. In tale ottica, una raccomandazione però mi sento di farla per una squadra costruita per arrivare ad alti traguardi (e per la verità non me la sono inventata io, considerato che è un pensiero di grandi allenatori, prima tra tutti Nereo Rocco e poi Antonio Valese, Giacomino De Caprio e, buon ultimo, Gennaro Rambone). Costruitela questa nuova Paganese con criteri ingegneristici, con una spina dorsale e fondamenta solide; date un senso all’enunciazione di Nereo Rocco, mostro sacro del calcio italiano che diceva, in dialetto triestino: «Datemi quattro giocatori. Un portiere paratutto, uno stopper con le palle, un autorevole centrocampista pensante e un attaccante che vede la porta. Poi il resto della squadra potete farla voi».
Una richiesta forse dissacrante con tanti procuratori in giro, pronti a giurare e spergiurare sul valore di elementi loro affidati. Un po’ come chiedere all’acquaiolo se la sua acqua è fresca. Resta il fatto che determinati principi sono alla base del calcio e che non si può prescindere da determinate concezioni strutturali enunciate da mostri sacri delle panchine. Per il momento mi fermo qui.
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