È vero che il titolo di campioni d’inverno serve solo alle statistiche, ma il fatto di arrivare per primi alla fine del girone di andata è già un indice di tutto rispetto per una squadra che sulla carta, ma anche nei pronostici generali della vigilia, avrebbe solo dovuto fare bella figura e migliorare la posizione in classifica dello scorso campionato.
Ebbene, la Paganese quando manca una sola gara, quella di domenica prossima con il Fasano, con cinque punti di vantaggio sulle inseguitrici, ha proprio già ipotecato, quell’effimero titolo di campione d’inverno. Forse un titolo che non ha valore tangibile ma che sicuramente è significativo di un percorso iniziato bene e che promette ancora molto per il futuro.
Il che è già tanto se si considera la recente storia del calcio locale, dibattuta tra proposte di rinunce, poi per fortuna abiurate, e atti di coraggio da parte di chi – fautore di una rinascita del calcio locale – ha preso il coraggio a due mani ed è andato avanti.
Due gli obiettivi fissati dall’attuale reggenza della società.
Primo punto: sistemazione di un sospeso contabile con il fisco, contratto dalla vecchia società.
Secondo punto: allestimento di una squadra giovane in grado di rinverdire in tempi giusti i fasti di un glorioso passato calcistico. Siamo a buon punto su tutti i fronti. A giorni – probabilmente con gli inizi del nuovo anno – dovrebbe esserci la buona novella della sistemazione definitiva del sospeso con il fisco.
Sulla squadra, e sul suo cammino in questo campionato, le notizie sono più che positive. Essere arrivati al primo posto, addirittura con cinque punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici, poteva essere immaginato alla vigilia del campionato, solo come un bel sogno. Invece, la squadra è lì, impettita dai risultati ottenuti, sola soletta al primo posto in classifica e tutto lascia pensare che possa continuare a mietere successi.
Cinque punti di vantaggio. Ci pensate? Chi avrebbe scommesso una somma sulla possibilità della squadra di poter pensare in grande, addirittura di competere con società dal buon passato calcistico che hanno speso fior di quattrini per presentarsi ai nastri di partenza con l’aureola della squadra da battere? La Paganese, invece, quatta quatta, senza clamori, senza fare follie sul mercato, si è presentata ai nastri di partenza solo con un biglietto da visita quasi anonimo, formato da una giusta miscela di atleti esperti e maturi e da giovani promesse. Il tutto con la controfirma del duo Bocchetti/Novelli.
Lungi da noi, pensare che il discorso sulla promozione sia già chiuso, sia ben chiaro; il campionato è ancora lungo e c’è tutto un girone di ritorno da affrontare, con squadre aspiranti al salto di categoria che faranno di tutto per rinforzarsi in vista della prossima sessione di riparazione. Questa Paganese però è una squadra che non si trova in alto per caso, ma solo per meriti calcistici acquisiti che stanno evidenziando il buon lavoro di un tecnico che sa il fatto suo.
Adesso, con il peso di una posizione di prestigio da difendere e possibilmente da rinforzare, bisognerà per forza di cose pensare al domani. Le scuole di pensiero sono due, un po’ come i casi della vita che ti mette davanti a buon bivio: continuare a giocare con gli stessi elementi che così bene di sono comportati (teoria propugnata dall’allenatore Novelli) o rafforzare la squadra in qualche ruolo strategico per dare maggiore consistenza soprattutto dalla trequarti in avanti? Crediamo che, come sempre, la verità possa essere nel mezzo; niente rivoluzioni ma solo un ritocco per quello che può servire all’economia della squadra. I saggi, quelli con i capelli bianchi, che sbagliano poche volte, avrebbero tirato in ballo la storiella dell’acino di sale che di solito insaporisce una minestra. Forse basta solo quello, con l’assenso, ovviamente, di Raffaele Novelli.
(foto Paganese calcio)
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