«Ho da poco ricevuto un regalo che mi piace molto. È un quadro intitolato “My life” e ci sono io, la mia famiglia, i miei artisti preferiti e un’immagine del tifo della Paganese». A quasi un anno dalla sua presentazione ufficiale alla città di Pagani, Nicola Cardillo, prima main sponsor e ora presidente onorario della società azzurrostellata, ci tiene a evidenziare, anche con gli aneddoti, il suo legame con la città. Gli piace parlare del suo senso di appartenenza, evidenziato anche dal quadro dipinto per lui da Giovanni Alfonso Mileo (il dettaglio nella foto a corredo dell’articolo, nda); e gli piace pure rimarcare le gioie del nuovo percorso intrapreso: «Cosa può ripagarmi meglio di un bambino paganese che per strada ti saluta e ti riconosce?». Piccoli momenti di evasione in ore di intenso lavoro per la società, alle prese con la definizione dell’annosa questione dei debiti con l’erario e con la programmazione della prossima stagione calcistica.
Presidente, circola con insistenza la voce di un accordo oramai raggiunto per sanare la vecchia situazione debitoria; è così?
Ho tanta voglia di dare una buona notizia, ma dobbiamo attendere. Mi pare di poter dire, però, che i discorsi avviati siano a buon punto e che la trattativa stia avanzando in senso positivo. Spero di poter dare presto, con certezza, le notizie che la piazza attende.
Ragioniamo per ipotesi: dopo un eventuale accordo, cosa accadrà? Cardillo diventerà ufficialmente presidente?
Quando avremo sanato il debito ci riuniremo con gli attuali soci e ragioneremo assieme sulla possibilità di suddividere le quote. Ovviamente io entrerò in società. Quando sarà il momento, ragioneremo assieme; nel calcio e nella vita le cose cambiano velocemente. A me piace questa città: si respira tanto entusiasmo; e questo è un valore.
Nell’attesa di un nuovo organigramma, c’è un nuovo vicepresidente, Tommaso Fezza…
Non è un ingresso nuovo in società, Tommaso era già con noi; è solo un nuovo incarico perché avevo difficoltà a gestire tutto direttamente. Tommaso è un profilo gradito un po’ a tutti.
Ci saranno nuovi ingressi?
Vedo un bell’entusiasmo: parlo di sponsor e tifosi. Ma forse è anche per via del centenario. Mi permetta rimarcare una cosa: serve l’aiuto di tutti per uscire definitivamente da una crisi che pensavamo fosse irreversibile.
La affiancheranno altri imprenditori?
Posso dirle che ho ricevuto chiamate da diversi imprenditori, ma non sono paganesi. Io sono uno che è abituato a prendere decisioni e ad assumersene anche le responsabilità: servono persone che condividano le scelte e non le prevarichino; altrimenti non serve portare soldi. Chi vuole portare soldi alla società e pretende di scegliere l’allenatore, per esempio, può restare a casa sua.
Qual è, a lungo termine, il progetto di Cardillo per la Paganese?
Sono arrivato qui che c’era il rischio di non iscriverci più al campionato; come potevo dare un’idea di progettazione? Quando avremo risolto la situazione debitoria potremo concentrarci sui progetti. Il mio primo obiettivo è salvare la Paganese, non farla fallire; poi viene la programmazione. D’altronde, se ci guardiamo intorno, ci sono tante situazioni negative. Noi dobbiamo stare attenti a non fare errori.
Si è mai pentito di non aver portato a Pagani un titolo di serie inferiore per ripartire da zero anziché provare a risolvere la vecchia questione debitoria?
Mai. Potevo farlo, però, visto che ho regalato il titolo alla Battipagliese. Il punto è che secondo me era difficile salvare la Paganese come sto facendo io, salvando anche la dignità. Non me la sono sentita di fare fallire la società e farla ripartire. Poi sa cosa le dico? Mi basta incontrare un bambino che mi chiama e mi saluta in mezzo alla strada per sentirmi ripagato dei sacrifici personali, non solo economici. So che la maggior parte dei paganesi è con me e mi fa piacere. Voglio chiarirlo: non ho obiettivi politici, commerciali, imprenditoriali. Il mio unico obiettivo era ed è salvare la Paganese; e ci stiamo riuscendo.
Il bilancio della stagione che si è appena conclusa appare positivo; cosa salva Cardillo di quest’anno?
Salviamo la rinnovata solidità della società, salviamo il fatto che la Paganese è stata riconosciuta una società di blasone in ogni campo, non come quella che stava per fallire. Salviamo questo e salviamo il fatto che se non avessimo sbagliato un rigore all’85’ saremmo arrivati quarti e avremmo disputato i play off. Ma è pur vero che non possiamo stravolgere una stagione per un rigore sbagliato.
E chi salviamo, invece?
A parte me? (ride) Salviamo gli sforzi immani che hanno fatto tutti i paganesi, quelli di tutti i componenti della dirigenza e salviamo gli sforzi incredibili che hanno fatto i ragazzi per essere all’altezza di un pubblico eccezionale.
Domanda diretta: conferma le voci degli addii del direttore sportivo Accardi e dell’allenatore Esposito?
Sono stato un anno a guardare la vecchia Paganese. Ora, non dico che bisogna farne una nuova perché non è il caso; ma dobbiamo costruire una Paganese che dia un minimo di discontinuità. È necessario cambiare anche perché non vogliamo restare a lungo in serie D. Mi creda: tutti quelli che hanno lavorato fin qui hanno fatto tantissimo, abbiamo riacquisito la dignità e non era scontato. Oggi i calciatori vogliono tornare da noi perché hanno visto una società solida, diversa…
Allora attendiamo nuovi ingaggi?
Arriveranno di qui a breve. Pensiamo a figure che possono andare bene per qualsiasi tipo di campionato: un allenatore che dia garanzie anche nel caso in cui dovessimo provare a vincere e non solo a disputare i play-off; ci serve un tecnico con queste caratteristiche. Ma posso dire che siamo a buon punto.
Che stagione ci attende?
Costruiremo una buona squadra. Questo è l’anno del centenario; vogliamo provare a fare qualcosa di importante, sperando di risolvere anche la questione dei vecchi debiti. Ritengo sia fondamentale mettere in cassaforte la solidità della società, che stava seriamente rischiando di scomparire, e poi puntiamo a costruire una certa solidità anche dal punto di vista sportivo. Avremo sicuramente segnali di discontinuità rispetto al passato.
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